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Attività

Interessi scientifici

Il campo di interesse generale di Giuliana Biagioli è la storia dell’ambiente, dell’economia, della società dal XVIII secolo fino ai nostri giorni, ed i suoi riflessi sulle attività economiche e sulla vita degli abitanti. Da un iniziale approccio di tipo prevalentemente storico è passata a studi più legati all’attualità, anche perché è stata sempre ispirata da un profondo interesse per le vicende economiche, sociali, politiche del nostro tempo. L’approccio seguito è sia micro che macroeconomico. Ha seguito diverse ramificazioni di studi tra loro correlati: la storia della proprietà terriera; la storia dell’utilizzazione del suolo e del paesaggio agrario e forestale a partire dall’età moderna fino ad oggi; quella delle attività economiche prevalenti tra età moderna e contemporanea, e in particolare l’agricoltura; lo studio delle attività condotte a latere, con l’interesse al fenomeno della pluriattività nelle famiglie rurali; la storia del territorio, con il suo intreccio di caratteri originali e variabili economiche, demografiche, sociali; la storia della cultura materiale.

Metodo

 

L’approccio privilegiato per le ricerche è quello dell’uso di fonti dirette, costituite da fondi di archivi pubblici e privati, con il supporto di fonti orali per il periodo più recente e sempre di una vasta bibliografia. Questo vale sia per i casi di microanalisi (archivi familiari, archivi aziendali) sia di analisi di fonti macroeconomiche, quali quelle relative ad uno Stato territoriale nell’Italia preunitaria o di un territorio (comune, provincia, regione) in età contemporanea. Sia che si tratti di micro o di macroanalisi, i casi particolari studiati sono sempre stati inseriti nelle problematiche relative allo sviluppo economico e sociale dell’Europa occidentale, cercando di cogliere al suo interno le vie peculiari seguite dall’area mediterranea ed in particolare dall’Italia. 

Temi di ricerca
storia mediterraneo

Storia e sviluppo sostenibile: la costruzione del mondo mediterraneo, una meraviglia in pericolo. 

 

Negli ultimi anni quindici anni Giuliana Biagioli si è interessata alla storia ambientale e territoriale, anche nell’ambito della sua attività di docente. Ha infatti insegnato, oltre a Storia economica, anche Storia dell’ambiente e del territorio, materia per la cui introduzione si è a lungo impegnata. In entrambi gli ambiti di insegnamento oltre alle lezioni ha organizzato seminari ed esercitazioni e seguito molte tesi di laurea.

L’interesse per la storia dell’ambiente si è indirizzato verso le modalità di costruzione dei paesaggi e delle tecniche di prevenzione del rischio in agricoltura, a partire dall’articolo su Il paesaggio e l’agricoltura, in La campagna del Granduca, Pisa, Zannini, 2003. Il ruolo della politica nella storia del territorio toscano è affrontato anche ne Gli ultimi Lorena in Toscana: la cultura del territorio, in Sovrani nel giardino d’Europa. Pisa e i Lorena, a cura di R.P. Coppini, A. Tosi, Pisa , Pacini, 2008 su Il suolo agrario: metodi e tecniche di salvaguardia in Italia centrale, in G. BIAGIOLI, F. CAZZOLA, S. RUSSO, Il suolo agrario,  European Society for Environmental History , Proceeding  of the Third International Conference “History and Sustainability”,  Florence 2005) e come nel saggio Work and Environment in Mediterranean Europe , in B. DOOLEY (Ed.) Energy and culture. Perspectives on the Power to Work, Aldershot, Ashgate, 2006, dedicato al ruolo dell’energia umana nella elaborazione e salvaguardia dei paesaggi nell’’Europa mediterranea. Il legame tra paesaggio ed attività agricola, e le  difficoltà che emergono con l’abbandono dell’agricoltura sono alla base dei lavori su La componente antropica del paesaggio terrazzato del Monte Pisano, ne Il paesaggio terrazzato del Monte Pisano tra permanenze e mutamenti, a cura di M. Galli, D. Rizzo, F. Casella, Pisa, ETS, 2008 e su Il ruolo storico dell’agricoltura, ne Il paesaggio toscano tra storia e tutela a cura di R. Pazzagli, Pisa, ETS, 2008. Al paesaggio antropizzato è anche dedicato il numero 3, 2006, della rivista Locus che è anche a sua cura (G. BIAGIOLI, Patrimonio rurale. La costruzione del territorio, in «Locus. Rivista di cultura del territorio», n. 3, 2006). 

 

Una delle fonti maggiormente usate per la ricostruzione del territorio da punto di vista storico dell’utilizzazione del suolo, degli insediamenti e di altre emergenze è quella del catasto. A questa fonte sono dedicati molti studi, relativamente sia al caso toscano (L'agricoltura e la popolazione in Toscana all'inizio dell'Ottocento. Un’indagine sul catasto particelllare, Pisa, Pacini, 1975; Il catasto in Toscana fra '700 e '800.  Direttive centrali e documenti locali: la città di Pisa, in C. CAROZZI, L.GAMBI, ( a cura di), Città e proprietà immobiliare in Italia negli ultimi due secoli, Milano, Franco Angeli, 1981) sia ai catasti italiani in generale (I catasti, in Ambiente e società alle origini dell'Italia contemporanea,1700-1850,Torino, Electa, 1990). Dalle indagini sui documenti catastali è partita anche l’analisi delle tecniche antiche e moderne di rappresentazione del territorio, non solo come sostegno alla ricostruzione storica, ma alla pianificazione attuale (Il paesaggio disegnato. Dai cabrei al GIS per il territorio del contado pisano, in «Locus. Rivista di cultura del territorio», n. 1, 2006;  Le forme di rappresentazione del suolo agrario e forestale in Toscana dal XVII al XIX secolo, in Storia e misura. Indicatori sociali ed economici nel Mezzogiorno d’Italia ( secoli XVIII-XIX) a cura di R. De Lorenzo, Milano, Franco Angeli, 2007). I documenti catastali e le più moderne tecniche di interrogazione degli stessi sono stati anche alla base del  recente impegno nella realizzazione del Repertorio Toponomastico della Regione Toscana (RETORE).

                                   

Il legame tra ambiente, territorio ed attività produttive era già emerso in un  filone di studi sulla "cultura materiale", in particolare sulla civiltà del vino e sulla storia della viticoltura e dell'enologia in Italia, inserita in un contesto europeo. Le ricerche in questo ambito comprendono il territorio italiano in generale (vedi Du vin "navigato" au vin commercial en Toscane, XVIIIe- XIXe siècles, in Genèse de la qualité des vins. L'évolution en France et en Italie depuis deux siècles, Chaintré, Bourgogne Publication, 1994; Produzione e commercio del vino in Italia: problemi storici e storiografici tra fine Settecento e metà Ottocento, in Actas del I Simposio de la Asociación Internacional de Historia y Civilización de la Vid y el Vino, vol. II, Asociación Internacional de Historia y Civilización de la Vid y del Vino - Ayuntamiento de El Puerto de Santa Maria, 2002) e, in particolare, la storia dell’inizio della produzione di vini italiani da pasto di alta qualità secondo standard europei (vedi la parte relativa all’«invenzione» del vino Chianti nel volume Il modello del proprietario imprenditore nella Toscana dell’Ottocento). Recentemente, ha collaborato ad una mostra - catalogo sugli anni napoleonici nel Principato di Piombino con uno studio sui vitigni francesi fatti impiantare in Toscana da Elisa Bonaparte (Le vigne di Elisa, ne I segni di Elisa. Scienza e governo del territorio nel Principato napoleonico di Piombino, a cura di T. Arrigoni, Pisa, Felici, 2006).

L’interesse per questo tema non si è limitato alla storia; si sono affrontate anche problematiche dei nostri giorni, relative alla salvaguardia di paesaggi e dei loro prodotti tipici in pericolo di estinzione (Les vignes en pente des "Cinque Terre": une merveille humaine en danger, in La protection des terroirs viticoles, Paris, O.I.V., 1993). La sua attività di Knowledge Manager del progetto Vitour Landscape dedicato a dieci siti vinicoli Patrimonio dell’umanità le ha permesso di allargare l’orizzonte ai problemi della viticoltura europea (BIAGIOLI G., PRATS  M., BENDER J.,  (eds)  (2012) European Guidelines for wine growing cultural Landscape preservation and enhancement, with special regards to endangered areas and vineyards; BIAGIOLI, G., VEZZOSI, R., L’organizzazione agraria-rurale di spazio, produzione e produttività e le sue caratteristiche, in Linee guida europee per la tutela e la valorizzazione dei paesaggi culturali viticoli, con particolare attenzione ai vigneti e alle are a rischio, pp. 20-25).

   

 

Storia e ambiente: il caso delle aree protette.

 

A partire dal 2005 l’interesse per i paesaggi mediterranei, le loro vicende storiche, le opportunità ed i rischi attuali, si è particolarmente diretto ad alcune aree europee protette come paesaggi culturali, sia alla luce delle vicende storiche della loro formazione, sia delle possibilità di sviluppo attuale che tenga conto dei vincoli relativi alla protezione. E’ stata in questo campo responsabile scientifica per il Parco nazionale delle Cinque terre del progetto INTERREG IIIC dal titolo VITOUR - Turismo sostenibile nei vigneti europei inseriti come beni culturali nella lista UNESCO del Patrimonio mondiale dell’Umanità, di cui hanno fatto parte sei siti europei, e precisamente, oltre alle Cinque terre, Saint Emilion e Val de Loire in Francia, la media alta valle del Reno in Germania, l’Alto Douro in Portogallo, Neuseedlersee tra Austria e Ungheria e la regione di Tokaj in Ungheria.

In questa sede ha partecipato a tutti gli incontri internazionali previsti dal progetto, sempre in rappresentanza del Parco, curando la preparazione dei dossier e la stesura delle relazioni ed accumulando preziose conoscenze nel campo dei paesaggi protetti e delle loro politiche di sviluppo.

 

Nel 2007 ha preparato il progetto per un nuovo INTERREG IVC in continuazione del VITOUR, sui nuovi temi indicati dal bando europeo e lo ha presentato a Lisbona nel settembre in occasione del lancio del nuovo INTERREG IV C. Il progetto è stato inserito nel sito ufficiale dell’INTERREG IV C per le richieste di adesioni, che sono state molto numerose. Tra queste ci sono state quelle dei vecchi membri del VITOUR, più quelle di altri tre siti viticoli europei inseriti anch’essi nella lista UNESCO come paesaggi culturali.

 

Nel marzo 2008 a Rust ha partecipato al 1° Colloquio preparatorio del nuovo progetto INTERREG IV C con i precedenti partners VITOUR ed i nuovi partners interessati, che hanno approvato la bozza di progetto presentato a Lisbona. Oltre ai partner del Vitour 1, hanno aderito i siti di Lavaux (Svizzera), Isole Pico (Portogallo), Wachau (Austria) e  Montalcino in Val d’Orcia. Il nuovo progetto è stato approvato, con il partner Cinque terre come capofila, nel dicembre 2009, con il titolo VITOUR LANDSCAPE – Miglioramento e innovazione delle politiche pubbliche territoriali per la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio culturale in aree viticole europee riconosciute come patrimonio dell’Umanità UNESCO.

 

Dal 2010 al 2012 è stata Knowledge Manager del progetto VITOUR LANDSCAPE per i dieci partner che vi hanno partecipato, a capo di un team di tre esperti europei, e responsabile scientifica dello stesso per il Parco nazionale delle Cinque terre.

 

Tra il 2005 e il 2009 ha diretto l’équipe italiana che ha condotto, nell’ambito del progetto di ricerca finanziato dal  Ministère de l’Environnement et du Développement durable del governo francese sul tema Paesaggio e sviluppo sostenibile, la parte relativa all’Italia su Paysage d’exception, paysage au quotidien (Paesaggi di eccezione, Paesaggi quotidiani), dedicata allo studio del paesaggio, dell’economia e della società delle Cinque terre ed alla loro evoluzione dopo l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e della creazione del Parco nazionale. Si è trattato di un più che triennale lavoro sul campo che ha comportato l’acquisizione di una notevole mole di documenti sia di origine locale sia regionale su paesaggio, ambiente, sviluppo, punti di forza e di criticità, la realizzazione di una considerevole serie di interviste ad attori istituzionali, economici ed a semplici cittadini, che ha permesso all’équipe e alla sua direttrice di acquisire una inedita e preziosa serie di conoscenze sul territorio. Il rapporto finale è stato approvato nel febbraio 2010 dal Consiglio scientifico del programma PDD del Ministero ottenendo la classe A. Per i risultati della ricerca vedi BIAGIOLI G., BRIFFAUD S., BROCHOT A. (2010). Paysages d’exception, Paysages au quotidien. Une analyse comparative des sites viticoles européens du Patrimoine Mondial, Paris, pp. 1-399.

 

Storia economica della proprietà terriera 

 

I suoi interessi scientifici si sono concentrati inizialmente sul ceto dei proprietari terrieri e sulla gestione delle loro proprietà, con l’utilizzo di fonti all’epoca inedite per l’Italia centrale ed anche per gran parte del resto della penisola, quali gli archivi delle aziende agrarie. La sua linea di ricerca è stata quella di intrecciare le vicende delle grandi famiglie e l’analisi dei loro patrimoni a quella della storia delle proprietà da cui provenivano i loro redditi e della loro gestione, al fine di comprendere quanto un particolare tipo di famiglia o di proprietario incidesse nella vita economica delle aziende. Questo filone di studi è continuato nel tempo, con l’esplorazione di numerosi archivi privati. Ha dato luogo ad una serie di saggi, tra i quali, ad esempio, Tra rendita e profitto: formazione e vicende di alcuni patrimoni nobiliari in Toscana, secoli XVII- XIX, in SISE, Tra rendita e investimenti. Formazione e gestione dei grandi patrimoni in Italia in età moderna e contemporanea, Atti del III Convegno nazionale, Bari, Cacucci, 1998, ed il volume di recente pubblicazione Il modello del proprietario imprenditore nella Toscana dell’ottocento: Bettino Ricasoli. Il patrimonio, le fattorie, Firenze, Olschki, 2000. 

Il tema della proprietà terriera è stato poi sviluppato anche con un approccio macroeconomico, che unisce al precedente quello della storia del territorio, del paesaggio agrario, degli insediamenti, del rapporto economico che lega nell’Italia centro-settentrionale le città ai borghi - paesi e alle campagne in modo originale rispetto al resto dell’Europa. In questo ambito si collocano gli studi sul possesso della terra e dell'organizzazione del territorio, del paesaggio agrario e degli insediamenti. Questo filone di studi, iniziato con l'opera di insieme sull’utilizzazione del suolo agrario e forestale in Toscana nel secolo XIX attraverso i dati del catasto geometrico - particellare, e la contemporanea distribuzione della popolazione, con i relativi mutamenti tra fine Settecento e Ottocento è continuato con la rilevazione, per la provincia di Pisa, di tutti gli Estimi settecenteschi e del catasto del secolo XIX e combinando i dati di quest'ultimo con quelli quasi coevi del Censimento nominativo del 1841. Vedi anche a questo proposito Proprietari e contadini tra Settecento e Ottocento: alcune linee di evoluzione nel territorio pisano, in Proprietà, impresa e mano d'opera nell'agricoltura italiana dal IX secolo all'Unità, Verona, Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere,1984; e Analisi di alcune fonti toscane: catasti, statistiche, censimenti, in Villes et Territoire pendant la période napoléonienne, Rome, École française de Rome, 1987.

I primi risultati del linkage catasto - censimento su un campione già vasto e rappresentativo dei dati complessivi, sono stati presentati al Congresso su Los espacios rurales y urbanos a travès de las fuentes catastrales. Aspectos teóricos y metodológicos tenuto a Valencia, UIMP, nell'aprile 1993. Successive presentazioni sono state fatte in altre sedi in Italia assieme a studiosi del Dipartimento di Storia dell'Università di Siena e di Statistica dell’università di Firenze, con i quali si sta ancora svolgendo una ricerca congiunta sulla fonte censimento. Il materiale, relativo alla distribuzione della proprietà, al paesaggio agrario e forestale, agli insediamenti, alla popolazione, alle tipologie familiari e alle professioni degli abitanti di venti comunità dell’ex contado di Pisa, per una superficie di circa 1.600 Kmq e oltre 150.000 abitanti, è in corso di completamento finale.

Storia dell’utilizzazione del suolo, dell’agricoltura e della società rurale.

 

Ha preso come soggetto di analisi il tema dell'agricoltura in rapporto allo sviluppo economico, sotto diverse angolazioni: sia con discussioni sulla storiografia nel settore, sia riconsiderando interpretazioni diffuse sul ruolo del settore agrario. Si veda in proposito, ad esempio, la riconsiderazione storiografica compiuta inizialmente nel saggio Agricoltura e sviluppo economico: una riconsiderazione del caso italiano nel periodo preunitario, in «Società e Storia», n. 9, 1980, la discussione su La società rurale nell'età contemporanea, in «Passato e Presente», n.3, 1983; e inoltre Identificazione Toscana: la Toscana e gli altri, in «Società e Storia», n. 39, 1988.

Ha inoltre studiato i temi dell’innovazione nell’agricoltura italiana e dei rapporti di produzione nelle campagne, sempre alla luce del lungo dibattito storiografico in proposito. Appartengono a questo settore di ricerca gli studi sulle aziende agrarie toscane, sull’organizzazione della produzione e le trasformazioni in questo ambito, come nelle tecniche agrarie, soprattutto attraverso l’opera di proprietari imprenditori; e sui contratti agrari. Ha compiuto in questo settore di ricerca numerosi interventi a seminari, convegni e congressi, in Italia e all’estero. In particolare, ha tenuto seminari all’università di Lyon, che sono poi stati pubblicati come Le métayage en Italie centrale: un système agraire à l'épreuve de l'histoire et de l'historiographie, in «Bulletin du centre d'histoire de la Région lyonnaise», n.3-4, 1989; all’università di Toulouse; in Spagna, all’università di Girona, delle Isole Baleari, di Cordoba.

 

Sempre in questo ambito ha partecipato al XVI Congresso di Scienze storiche, Stuttgart 1985 (comunicazione poi pubblicata come The Spread of Mezzadria in central Italy: a model of Demographic and Economic Development, in A. FAUVE - CHAMOUX (ed), Évolution agraire et croissance démographique, Liège 1987) e al X Congresso internazionale di Storia economica, Louvain 1990 (Struttura e dinamiche delle aziende mezzadrili in Toscana, secoli XVII-XIX, in M. AYMARD, J. KAHK, G. POSTEL VINAY, R. SUTCH, éds., Structures et dynamiques des exploitations agricoles: propriété, investissement, crédit, marchés, Paris, Maison des Sciences de l’homme, 1990). A Caen, nel 1997, ha partecipato al Colloquio internazionale su Les contrats agraires de l'antiquité à nos jour con una relazione dal titolo Le problème des contrats dans l'historiographie italienne de la période contemporaine, in corso di stampa nella collana  «Bibliothèque d'histoire rurale», MRSH - Université de Caen.

 

Ha studiato il tema dei modi di trasmissione dell’innovazione in campo agrario, alla luce sia del pensiero economico, sia delle vie della sua trasmissione, ivi compresa l’istruzione agraria e la creazione di professioni nuove ("Agricoltura come manifattura": le condizioni per lo sviluppo agricolo, in G. BIAGIOLI - R. PAZZAGLI (a cura di) Agricoltura come manifattura, volumi 2, Firenze, Olschki, 2003).

Il tema dell'organizzazione degli spazi rurali, che per l'Italia centrale hanno come pernio il  podere, è stato al centro, negli ultimi anni, di una serie di incontri (seminari, convegni, giornate di studio) con studiosi di varie università spagnole nell’ambito della Red tematica de historia rural in cui è inserita. Un primo risultato di queste attività è stato pubblicato in un volume dal titolo - El sistema ”poderale” a Itàlia central a l’edat moderna i contemporània (segles XV-XX) , in  R. CONGOST, G. JOVER, G. BIAGIOLI (Eds), L’organització de l’espai rural a l’Europa mediterrània: masos, possessions,  poderi, Girona, CCG Edicions - Associació d’Història Rural de les Comarques Gironines i Centre de recerca d’Història rural de la UdG, 2003.

Toponomastica, un patrimonio culturale.

 

Dopo una ricerca di Dipartimento sulle fonti e i metodi per lo studio della toponomastica in Toscana finanziata dall'Ateneo di Pisa, dal 2014 al 2016 è stata responsabile scientifica per la Regione Toscana della ricerca Un patrimonio culturale: toponomastica in Toscana. Una ricerca storica, geografica e linguistica con supporto GIS. La ricerca è stata condotta da un’équipe multidisciplinare di storici, geografi, architetti, linguisti, e ha previsto il reperimento e la collocazione sulle carte digitalizzate e geo-referenziate dei catasti storici regionali, delle tavolette IGM, della Carta tecnica regionale e del catasto in vigore (catasto Agenzia delle Entrate) di tutti i toponimi presenti su tale cartografia. Il risultato è liberamente consultabile in rete e scaricabile sul sito RETORE delle Regione Toscana. Per la presentazione del progetto vedi A cultural heritage: toponymy in Tuscany. An historical, geographical and linguistic enquiry with GIS support, in A Cantile, H. Kerfoot (eds) Place names as intangible cultural heritage in, IGMI, Firenze, 2016, pp. 117-132; G. Biagioli, V. Flora, Il patrimonio toponomastico toscano: un database conoscitivo per le pratiche di governo del territorio, in A. Camiz (a cura di) Toponomastica Bene Comune. Toponymy Common Heritage, Architetti Roma Edizioni, Roma 2016.

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